03 dicembre, 2008

..IL SOLE PUO' CALARE E RITORNARE,
PER NOI QUANDO LA BREVE LUCE CADE
RESTA UNA ETERNA NOTTE DA DORMIRE.

BACIAMI MILLE VOLTE E ANCORA CENTO
POI NUOVAMENTE MILLE E ANCORA CENTO
E DOPO ANCORA MILLE E DOPO CENTO

E POI CONFONDEREMO LE MIGLIAIA
TUTTE INSIEME PER NON SAPERLE MAI,
PERCHE' NESSUN MALIGNO PORTI MALE
SAPENDO QUANTI SONO I NOSTRI BACI...

(Catullo)

30 novembre, 2008

nevicata

Strano silenzio, un silenzio eccessivo per essere le 7.00 del mattino, quel silenzio ovattato che si avverte quando nevica.
.Accidenti! allontano le coperte.
A piedi nudi raggiungo la finestra della cucina dopo aver disinserito l'allarme.Alzo la tapparella e mi cadono le braccia: neve, neve, maledettissima neve!sbuffo scocciata. "vedrai" penso" i muratori non verranno di certo, chissà quando finiranno la recinzione!! e poi, sicuramente qualcuno annullerà l'appuntamento in ambulatorio".Il mio cervello gira già a mille mentre riempio la brocca dell'acqua per il caffè all'americana,ed intanto penso: tempo perso, vuoti da riempire, riordinare le cartelle? può essere un'idea, controllare i consensi? Pure.
Perchè bisogna già essere stressati alle 7.10 di mattina?
Torno alla finestra a fissare la neve mentre la tazza di caffè fumante mi scalda le mani.Guardo i fiocchi che cadono, lo sguardo si perde in una spirale da cui emergono ricordi lontani.
Una bimba dai buffi codini, il nasino incollato al vetro appannato di una finestra guarda il giardino di casa e, più lontano, la valle dove scorre placida l’Adda.
Quel cielo così plumbeo, quel silenzio che rimbomba mette un certo timore, eppure è così affascinante; così come sono ipnotici quei fiocchi di neve che turbinano tutto attorno, rendono difficoltosa la vista delle montagne dall’altra parte della valle.
La mamma è nervosa, non le piace la neve in montagna, si sente isolata, sola, lei e la sua bambina mentre il papà ha affrontato la neve già alta per recarsi al lavoro a piedi.Non c’è telefono, non c’è auto, ma anche se ci fosse sarebbe inutilizzabile.La mamma ha chiuso la porta a doppia mandata, ha sprangato la saracinesca del garage, eppure è agitata.La bimba la sente lamentarsi, ma non ci fa caso, lei si sente sicura nel suo nido in montagna e rimane a fissare la neve che scende in fiocchi grandi ed ovattati, sembrano fatti di zucchero a velo.
Il tempo passa inesorabile,
le manine sempre incollate ai vetri non sentono il freddo.
La neve ha ricoperto ogni cosa, è sparito anche il pozzo in giardino fatto da papà, gli alberi del bosco sono tutti piegati dal carico della neve.Non c’è più la strada che passa davanti casa e che s’inoltra nel bosco, non ci sono più i prati, non si vede nemmeno più il torrente Davaglione…..
Qulalcosa si muove la in fondo.
La bimba strizza gli occhi e corruga la piccola fronte,
sì eccolo,
un puntino nero avanza in tutto quel bianco, a volte sparisce tra il turbinio dei fiocchi di neve, per poi riapparire più vicino.
Il puntino è diventato un uomo avvolto in un tabarro di panno nero,il passo cadenzato dei montanari, un largo cappello nasconde il viso, ma sul volto della bimba si apre un sorriso.
E’ lui, il suo vecchio amico.
Due piedini avvolti da pantofoline di panno rosso corrono veloci in cucina,manine paffute spingono lo sgabello verso la finestra, mentre una voce cristallina chiama la mamma.
Arriva di corsa, le apre la finestra mentre la piccola si sporge incurante del vento, incurante sella neve fitta che le si posa sul naso e sulle guance.
Chiama a gran voce il vecchio contadino.
Si solleva il cappello mostrando un viso rubizzo.Un braccio lascia il tepore del tabarro, una mano callosa si agita in un festoso saluto mentre un sorriso sdentato illumina il viso rugoso dell’uomo.
La finestra si chiude, ritorna il caldo della cucina,
il nasino sempre incollato al vetro, gli occhi lo seguono sin quando il vecchio ritorna un puntino nero ingoiato dal bosco.
Tutto è di nuovo silenzio
Tutto è di nuovo bianco
Tutto è di nuovo immobile

25 novembre, 2008

lettera per te

sono stanca
sono stanca dei tuoi capricci di bambino cresciuto, del tuo egoismo.
Sì, proprio egoismo;
perchè non ci sei solo tu con il tuo microcosmo, c'è il nostro mondo che ti scorre accanto e che tu non vuoi più vedere.
Credo di aver fatto l'impossibile per capirti, per esortarti, per starti accanto e tenerti per mano, per consolarti, per essere sempre e comunque dalla tua parte
anche dimenticando me stessa, anche lasciando che gli anni mi passassero accanto.
Adesso basta.
Sei riuscito a rovinare, in questi ultimi anni, il nostro rapporto fatto di confidenza, di complicità, di interessi comuni.
Non voglio dirti che non ti voglio più bene, sarebbe una bugia, troppa strada abbiamo fatto insieme e ne faremo, ma dopo ieri sera il mondo per me è cambiato,
qualche cosa si è rotto per sempre.
E sei stato tu a romperla.
La tristezza è che, probabilmente, non te ne redi nemmeno conto chiuso come sei nel tuo guscio.
Se fossimo noi due soli non ci penserei più un attimo a prendere una decisione drastica, dolorosa, ma necessaria od almeno un periodo di riflessione.
Invece sono qui, a mettere, ancora una volta, i desideri di altri davanti ai miei,
ma per loro darei la vita.

08 ottobre, 2008

momenti di coccole

Ci sono momenti in cui ho bisogno di stare sola con me stessa ed oggi è uno di questi momenti.
La casa è il mio guscio, così privato, così vietato.
La giornata facilita l'introspezione, così uggiosa, così deliziosamente autunnale.
Una pioggia impalpabile, quasi una nebbia, avvolge ogni cosa.
La vite americana arrampicata sul portico riempie con i caldi toni del rosso la finestra bombata della sala.
Il mio divano Chateaux d'Ax è un avvolgente roseto inglese.
La tisaniera fumante, di fine ceramica inglese, sprigiona l'aroma speziato della cannella.
Un libro, adatto all'occasione, sul tavolino.
Le note del concerto per violino BWV 1041 di Bach si liberano nella sala.
Sono pronta a farmi coccolare.

23 agosto, 2008

Va bene così

Da quanto tempo la tua mano non sfiora il mio corpo?
E' stato dal mio intervento?
Per quanto tempo mi sono addossata delle colpe non mie?
No, è stato da prima.
Da quando i problemi con il tuo lavoro sono diventati più importanti di noi,
da quando ti sei chiuso nel tuo bozzolo escludendo tutto il resto del mondo,
sopratutto, escludendo me.
Per molto tempo ti ho seguito, ti ho confortato,ti ho spalleggiato, ti ho incoraggiato a reagire
ma ho sempre trovato un muro di gomma.
Qualsiasi mio tentativo per scrollarti dalla tua apatia ti trovava costantemente indifferente.
Solo guardando le mie meraviglie ho resistito,
consapevole del fatto che la vita non è più solo bianco o nero, ma che esistono mille sfumature di grigio,
consapevole del fatto che la vita adulta prevede responsabilità a cui non si può rinunciare anche se questo vuol dire accettare compromessi.
..................................................
Per cui:
va bene così,
ma, per ora, non ti perdono
forse.... domani

04 luglio, 2008

amiche

Un trillo mi avvisa dell’arrivo di un sms.
Apro lentamente un occhio e controllo l’ora…sorrido. C’è solo una persona che manda sms alle 2 di notte: Franca.
Viso rotondo, caschetto biondo miele, due occhi azzurri,eloquio irrefrenabile……………………..
Ci siamo conosciute all’università: esame di biologia, un disastro psicologico per me dato che era stato spostato dalle 9.00 alle 17.00!!
Per controllare l’ansia una parlava, parlava, parlava……….l’altra, aveva gli occhi chiusi e la testa spaccata in due.
Un sorriso stirato ad occhi chiusi, di più l’emicrania non mi permetteva, a qualche sua battuta mi è stato d’aiuto per superare le ore d’attesa.
Ci siamo riviste l’anno successivo nella vecchia aula fine ottocento di Anatomia.
Vecchi sedili di legno, odore di polvere, banchi pieni di scritte incise nel legno, quante giovani vite hanno trascorso gli anni più spensierati fra quelle mura pompose e solenni?
Non ci siamo più lasciate.
Così diverse fisicamente e caratterialmente, così simili nel modo di intendere la vita e l’amicizia.
Giorni, mesi, anni a tenerci il posto a vicenda durante il susseguirsi incessante e ripetitivo delle lezioni: microbiologia, anatomia, fisiologia e poi patologia medica, chirurgica e poi farmacologia e poi le cliniche e poi i corsi facoltativi e poi i tirocini nei reparti.
Sempre insieme noi due ed Eleonora.
I momenti di studio nella biblioteca di matematica.
Si iniziava alle 9.00 avanti sino alla pausa pranzo, un panino preparato da papà al mattino e consumato sui gradini dell’istituto di anatomia per assimilare quel sole primaverile altrimenti vietato dallo studio incalzante e guardare i ragazzi di geologia uscire dalle lezioni. Poi, come bravi soldatini, di nuovo il naso sui libri, le interrogazioni a vicenda, sino all’inevitabile crisi del tardo pomeriggio.
Le chiamavamo “momenti di scemenza allo stato puro”.
Sembrava che il nostro giovane fisico si ribellasse totalmente e definitivamente allo studio: non era più possibile fare marcia indietro.
Bastava una sciocca battuta da parte di una di noi, od anche solo una frase sentita da altri studenti per far sgorgare dalle nostre labbra la prima risata che rimaneva per un attimo sospesa, trattenuta….uno scambio d’occhiate e….fuori di corsa, risalire le scale, correre all’aperto dove, piegate in due lasciar sgorgare, come un fiume in piena, l’esuberanza della nostra età troppo a lungo imbrigliata.
A volte discutevamo, a volte c’erano incomprensioni, ma sempre ci ritrovavamo più amiche di prima.
Talmente unite da decidere di trascorrere la vacanza dell’’87 insieme, nonostante tu pensassi che una signorina “bon ton” come me non fosse adatta: Mai basarsi sulle apparenze!
Fu una vacanza memorabile!
Zaino in spalla, pantaloncini, scarpe da ginnastica ai piedi, guida per la Grecia sottomano……….
Atene, l’Acropoli sarà anche fantastica, ma alle 17 di un qualsiasi giorno d’agosto è da rischio suicidio! Ma, queste sono cose che si possono fare solo a 20 anni, come prendere la Xamamina a Naxos e scoprire che la nave è in ritardo di 4 h od il viaggio a Larissa per visitare le Meteore, mani artigliate ai sedili dell’autobus…..
forse la nostra guida CTS avrebbe dovuto fare un piccolo accenno alla guida “frizzante” degli autisti di linea o cercare di rifiutare gentilmente, sorriso di circostanza stampato sul viso ma….piedino mosso alla retromarcia, l’offerta di pernottare in un albergo del Pireo il cui aspetto, dalle tende di velluto cremisi alle porte che si mal chiudevano, facevano più pensare ad un bordello.
Ogni volta che torno in Grecia non posso non pensare a quell’estate.
Estate che segnò anche la fine dell’università, il passaggio al reparto ed il nostro progressivo allontanamento.
A volte la vita è veramente meschina!
Ma è stato bello ritrovarsi dopo tanti anni, scoprirsi più vicine che mai nonostante la distanza, nonostante il lavoro, nonostante le nostre vite private.
Ci basta un sms in piena notte, una chiacchierata su messenger per sapere che ci siamo
E non servono le grandi frasi, i discorsi importanti……….
Ti sai che io ci sono, che ci sarò
Io so che tu ci sei, che ci sarai
Amica mia.

18 giugno, 2008

attimi preziosi

Attimi irripetibili, più preziosi di mille diamanti.
……………………………………………………
La luce delle candele rischiara questo piovoso pomeriggio di giugno
mentre un’intenso profumo di gelsomino si disperde dal diffusore di essenze.
Un piumino patchwork steso sul pavimento di legno ci accoglie invitante
La tua mano sfiora il mio fianco
La mia bocca accarezza le tue labbra
Il sax di Stan Getz diffonde la mia canzone preferita “But Beautiful”
………………
attimi perfetti
attimi da incorniciare
attimi da centellinare
attimi a cui attingere quando il nero mi avvolge

04 giugno, 2008

pioggiaenebbia

Saperti non più accanto, mi ha fatto percepire in maniera acuta quanto tu sia stato importante in questi anni. L'aver accettato questo lavoro senza alcuna esperienza precedente è stato un po' da incosciente, bisogna ammetterlo; d'altra parte questa componente un po' folle è un aspetto fondamentale del mio carattere. Proprio per questo motivo non posso che considerarmi fortunata per averti avuto vicino. Sarai anche un po’ orso,un po’ troppo rude, lapidariamente….sincero,verissimo! ma è indubbio che tu sia una tra le persone più disponibili che abbia mai conosciuto.
Mi hai sempre sostenuto moralmente, incoraggiata ad andare avanti, consigliata su come comportarmi con i colleghi, aiutata materialmente con tutte le pratiche burocratiche lavorative e personali senza mai un minimo accenno di insofferenza. Mi bastava un sms, una mail, una telefonata ed eccoti al mio fianco. Ciò mi ha permesso di essere sempre tranquilla in questo lavoro e di acquistare, gradualmente, sempre più sicurezza.
Oggi,non dico di essere, ormai, un'esperta, non riuscirò mai a definirmi tale in niente (altro lato negativo del mio carattere: sminuirsi sempre), ma sicuramente mi riesco a muovere con più sicurezza.
E che dire del tuo aiuto con il computer?
Mi hai praticamente 'obbligata' a buttami in un mondo totalmente sconosciuto. Sarebbe stato la stessa cosa se mi avessi detto ' da domani devi scrivere i documenti in sanscrito'... o forse, sarei stata meno preoccupata… in fondo la grammatica ed il dizionario sarebbero stati in italiano!
Ma ti ricordi come ti tempestavo di telefonate all'inizio? sms che trasudavano puro panico e finchè non ricevevo un tuo segno di vita avevo il cuore a mille per il timore di aver cancellato, distrutto, annientato tutto il lavoro fatto....non che adesso non mi vengano ancora questi attacchi, ma sicuramente sono molto più rari.
Però, così, mi hai permesso anche di scoprire la magia del computer: un foglio bianco dove poter fissare tutto quello che ho nella testa. E' tornata la magia del diario segreto che avevo da ragazzina, ma questa volta per fissare le emozioni, i pensieri, le storie che affollano la mia mente.
A volte penso che se dovessi aprire la mia mente, come da un vaso ne uscirebbe un vento carico di immagini; ed ogni immagine è un sogno, una storia che elaboro.
Ti ricordi le prime mail che ti mandavo? l'immagine che si creava nella mia mente guardando il fiume avvolto nella nebbia di prima mattina, oppure quello che 'vedevo' ascoltando brani di misica: il Libertango di Piazzolla con i desaparecidos ed i loro voli della morte; La Moldava di Smetana la strada sterrata, percorsa da stanchi contadini, che si snoda tra i campi di grano infiniti della Russia e sullo sfondo il fiume sinuoso che scorre placido; la passione allo stato più alto con il Bolero di Ravèl?
E' stato fantastico poter scoprire che riuscivo facilmente a fissare sullo schermo le immagini della mia mente, così come trovare qualcuno che le capisse, che non mi guardasse stralunato e che, anzi, mi incitasse a scrivere.
Mi hai spinta a crearmi un Blog...'.io, mettere le mie emozioni in pasto al pubblico????? No! non ci penso nemmeno'........eppure, la curiosità, la voglia un po' folle di mettersi in gioco mi incuriosiva...ed allora, via ancora al mio lato folle.
Ed adesso ho scoperto messenger, sempre sotto la tua guida paziente e discreta.
Ne ho fatti di passi con il tuo aiuto, vero?
adesso scarico film e musica, veleggio sul web con discreta competenza, le telefonate di aiuto non sono più così frequenti, vero? certo mi manca tanto la teoria, spesso mi rendo conto che la gente che conosce bene il computer usa un linguaggio a me sconosciuto e la cosa mi irrita intensamente, ma così è la vita. Così come mi accorgo che se è un po' di tempo che non uso una determinata procedura....non mi ricordo più come si fa, ed anche se vado a consultare gli appunti che mi hai dettato, e che erano chiarissimi al momento, risultano….. un'incognita.
Prima non mi sono mai preoccupata perchè sapevo che ci saremmo visti, che ci saremmo chiusi in ufficio con pc, foglio di carta e penna e che tu mi avresti chiarito tutto con la tua solita pazienza inclinando ogni tanto, leggermente la testa di lato come per assimilare bene la frustrazione di un mio sfogo.
In quei momenti, mi sentivo totalmente al centro della tua attenzione, come se non esistesse nulla di più importante che ascoltare i miei dubbi per risolverli e pensavo che tutto sarebbe continuato così, con le mie buste sul tavolo del tuo ufficio per sdebitarmi ed i tuoi brontolii di sottofondo.
Ma la vita segue le sue strade e non necessariamente sono quelle che noi vorremmo.
Poco più di un mese è passato da quel nostro incontro al faro che preannunciava un cambiamento, ricordi? Quella sera la mia componente sognatrice avrebbe preso volentieri a pugni il tuo essere mostruosamente pratico e razionale, solo che poi..passata la tempesta……non ho potuto far altro che concordare con te.
Così un altro lavoro, altra gente, altre esperienze, ma più consapevolezza, più conoscenze e la sicurezza che basta una mail, un sms, un trillo di telefono………..
Grazie davvero di tutto.

26 febbraio, 2008

principe azzurro

Alzo gli occhi dal volante e ti vedo.
Stai risalendo il prato, la schiena un po’ curva in avanti, il braccio sinistro piegato dietro, la mano destra scossa dal lieve tremito del Parkinson . Mi fai un cenno di saluto con la testa mentre esco dal giardino in retromarcia, un sorriso affettuoso incurva le mie labbra.
Un battito di ciglia ed un soffice e nostalgico bianco e nero mi riporta indietro nel tempo……………………………………..
Un divano ad elastici di velluto verde damascato, due gambette irrequiete sempre troppo magre, il tuo abbraccio protettivo, la tua voce riposante che legge il ‘Topolino’ fresco di edicola, un visetto curioso che ascolta affascinata.
Qualche anno dopo….lo stesso divano, lo stesso tinello anni ’60, la TV in bianco e nero trasmette una musica inquietante, ma la mia curiosità è troppo forte e, solo stando avvolta nel tuo caldo abbraccio, riesco a seguire, anche se con un occhio solo,il mio sceneggiato preferito: “Belfagor il fantasma del Louvre”.
Come in un vortice fotografico vedo trascorrere gli anni.
Un’altra camera si materializza davanti ai miei occhi. Sera, il tuo capo chino su un disegno tecnico. Sono in piedi accanto a te, i gomiti appoggiati alla scrivania, il viso imbronciato.Con calma ripari i danni dei miei primi lavori liceali; per uno spirito artistico e sognatore come il mio non è facile dover sottostare alle ferre leggi del disegno geometrico!Quante volte hai passato la lametta sul tratto di china imprecisa? Mai un lamento, mai uno sbuffo d’insofferenza, sempre accanto sino a quando imparai a camminare con le mie gambe.
Anni dell’adolescenza che passano veloci. Tu, presenza discreta sui miei primi voli fuori dal nido……….
Una 128 blu, una strada di campagna, le mie mani sudate strette attorno al volante. Tu accanto, pacato, sereno, la mano destra appesa alla maniglia in alto, la sinistra tesa in avanti verso il cruscotto come a proteggerti da un eventuale tamponamento. Quanti sabato mattina trascorsi a farmi da scuola guida con la tua preziosissima auto! Mai un lamento, un’esclamazione aggressiva per riprendere un mio errore……………………………………
Vola ancora il tempo,I tuoi panini superimbottiti che mi preparavi di primo mattino per l’università: un etto di prosciutto in una povera rosetta!
Il giorno della laurea, gli occhi lucidi ma lo sguardo pieno d’orgoglio per quella parusciola che un po’ di strada ne aveva fatta dai vigneti e prati di montagna.Ed anche quando quel piccolo merlo nero ha spiccato il volo sei sempre stato disponibile senza giudizi, senza lamenti.
C’è stato un periodo che, guardandoti, non accettavo il passare del tempo, mi arrabbiavo con la vita, con Dio perché capivo che ti allontanava lentamente da me. Ma, finalmente, adesso, l’ho accettato ed ho capito che nulla potrà cambiare il fatto che sei stato, sei e sempre sarai il mio unico, meraviglioso, invincibile principe azzurro.