Alzo gli occhi dal volante e ti vedo.
Stai risalendo il prato, la schiena un po’ curva in avanti, il braccio sinistro piegato dietro, la mano destra scossa dal lieve tremito del Parkinson . Mi fai un cenno di saluto con la testa mentre esco dal giardino in retromarcia, un sorriso affettuoso incurva le mie labbra.
Un battito di ciglia ed un soffice e nostalgico bianco e nero mi riporta indietro nel tempo……………………………………..
Un divano ad elastici di velluto verde damascato, due gambette irrequiete sempre troppo magre, il tuo abbraccio protettivo, la tua voce riposante che legge il ‘Topolino’ fresco di edicola, un visetto curioso che ascolta affascinata.
Qualche anno dopo….lo stesso divano, lo stesso tinello anni ’60, la TV in bianco e nero trasmette una musica inquietante, ma la mia curiosità è troppo forte e, solo stando avvolta nel tuo caldo abbraccio, riesco a seguire, anche se con un occhio solo,il mio sceneggiato preferito: “Belfagor il fantasma del Louvre”.
Come in un vortice fotografico vedo trascorrere gli anni.
Un’altra camera si materializza davanti ai miei occhi. Sera, il tuo capo chino su un disegno tecnico. Sono in piedi accanto a te, i gomiti appoggiati alla scrivania, il viso imbronciato.Con calma ripari i danni dei miei primi lavori liceali; per uno spirito artistico e sognatore come il mio non è facile dover sottostare alle ferre leggi del disegno geometrico!Quante volte hai passato la lametta sul tratto di china imprecisa? Mai un lamento, mai uno sbuffo d’insofferenza, sempre accanto sino a quando imparai a camminare con le mie gambe.
Anni dell’adolescenza che passano veloci. Tu, presenza discreta sui miei primi voli fuori dal nido……….
Una 128 blu, una strada di campagna, le mie mani sudate strette attorno al volante. Tu accanto, pacato, sereno, la mano destra appesa alla maniglia in alto, la sinistra tesa in avanti verso il cruscotto come a proteggerti da un eventuale tamponamento. Quanti sabato mattina trascorsi a farmi da scuola guida con la tua preziosissima auto! Mai un lamento, un’esclamazione aggressiva per riprendere un mio errore……………………………………
Vola ancora il tempo,I tuoi panini superimbottiti che mi preparavi di primo mattino per l’università: un etto di prosciutto in una povera rosetta!
Il giorno della laurea, gli occhi lucidi ma lo sguardo pieno d’orgoglio per quella parusciola che un po’ di strada ne aveva fatta dai vigneti e prati di montagna.Ed anche quando quel piccolo merlo nero ha spiccato il volo sei sempre stato disponibile senza giudizi, senza lamenti.
C’è stato un periodo che, guardandoti, non accettavo il passare del tempo, mi arrabbiavo con la vita, con Dio perché capivo che ti allontanava lentamente da me. Ma, finalmente, adesso, l’ho accettato ed ho capito che nulla potrà cambiare il fatto che sei stato, sei e sempre sarai il mio unico, meraviglioso, invincibile principe azzurro.
26 febbraio, 2008
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